Cainà – 100 anni del film 1922 – 2022

Cainà

100 anni del film 1922-2022

Produzione Mare e Miniere

Cainà

100 anni del film 1922 – 2022

Dopo l’esordio del 1995 quando fu presentata la pellicola, restaurata dalla Cineteca Sarda in collaborazione con la Cineteca del Friuli, in un evento al Teatro Alfieri di Cagliari e dopo aver replicato nei successivi quindici anni in Europa, Mauro Palmas riscrive la colonna sonora per la ricorrenza dei cento anni.

Come sempre le musiche eseguite durante la proiezione del film.

Mauro Palmas – Liuto Cantabile, Mandola e Mandoloncello
Alessandro Foresti – Pianoforte
Marco Argiolas – Clarinetto, sax

PRODUZIONE – Mare e Miniere 2022
Restauro e ritrovamento Cineteca Sarda e Cineteca del Friuli

Cainà è una ragazza del popolo molto fiera ed indipendente. Corteggiata invano da un pastore della zona, Agostineddu, sogna di lasciare la Sardegna ed attende una buona occasione per fuggire. Un giorno sulla costa vicina al paese approda una barca proveniente dalla Corsica: l’equipaggio ha affrontato una difficile traversata e decide di pernottare in paese prima di riprendere il viaggio verso il continente. Durante la festa del paese, Cainà si introduce all’interno della imbarcazione e si nasconde nella stiva. All’alba la barca fa vela verso il continente ma nessuno si accorge della ragazza fino a che una spaventosa tempesta non mette in pericolo il viaggio e il capitano tenta di sedurla. Giunti in continente, Cainà viene accolta in modo ostile dalla madre e dalle sorelle dell’uomo, che non vogliono quell’estranea in casa. Cainà decide allora di fuggire ancora una volta, dopo essere scampata ad un altro tentativo di violenza da parte del capitano. Una volta in Sardegna però si rende conto degli eventi luttuosi che hanno segnato la sua famiglia: il padre, uscito a cercarla durante la tempesta, è morto colpito da un fulmine; il viso della madre è rimasto contratto; ed Agostineddu è impazzito. Maledetta dalla madre, scacciata dalla sua casa ed isolata dalla comunità, Cainà fugge verso il mare e, colpita da un sasso lanciatole da Agostineddu, si getta sulle rocce sferzate dalle onde.

Una colonna sonora mediterranea

“[…] Mauro Palmas, in questa occasione, ha confermato le sue eccellenti doti di compositore. Doti ben conosciute nell’ambito del lavoro di ricerca che il musicista da anni conduce nel campo della world music con il suo gruppo Sonos, ma che in questa occasione grazie alla maggiore libertà disponibile,
ha rivelato idee interessanti che vanno oltre l’episodio cinematografico, lasciando intravedere nuovi territori da esplorare […]
Scrivere musica per film è un’operazione assai complessa ed è quasi sempre il compositore a dover cedere qualcosa: assecondare il ritmo del film, sottolineando i momenti cruciali di un’azione, dare colore e calore ad un’emozione sono gli elementi a cui deve dare soluzione, annacquando così un progetto musicale che meriterebbe spazi e tempi diversi. Eppure non è questo il caso della colonna sonora di “Cainà” che ha i suoi punti di forza in un’idea compositiva unitaria assai robusta, basata sul mare nostrum della musica mediterranea.
Sorgente inesauribile di ispirazione per il nostro Mauro Palmas che ha compiuto un’intelligente e mai banale “cross over” tra ritmi magrebini, sonorità arabe e latine con ardite incursioni sul fronte delle tradizioni sarde. Dal tema del “tundu” alla classica “Ave Maria” completamente riscritta per gli archi. Un
mix potente eppure composito e compiuto di suoni dalla forte presa emozionale.”

Il film ritrovato

Qualche anno fa Livio Jacob direttore della Cineteca del Friuli, insieme allo storico del cinema Vincenzo Martinelli, si era recato alla Cineteca di Praga in cerca di film da presentare alle Giornate del cinema Muto di Pordenone.
Il direttore del Narodni Filmovy Archiv di Praga, Vladimir Opela, aveva mostrato alla delegazione italiana una misteriosa pellicola con Maria Jacobini, girata in Sardegna con didascalie in ceco. Si trattava del film “Cainà – La figlia dell’isola” di Gennaro Righelli, nell’unica copia sopravvissuta.
Nacque così l’idea di una collaborazione con la Cineteca della Società Umanitaria per il recupero del film.
Anni prima la Cineteca di Praga aveva ricavato dall’originale, su supporto nitrato, una copia positiva di seconda generazione dalla quale, nel laboratorio dell’Immagine Ritrovata di Bologna, si è ottenuto un secondo negativo ed una copia positiva. Le didascalie in ceco sono state sostituite con quelle in italiano ed i titoli completati.
Il ritrovamento del film, evento molto importante per il cinema italiano, risulta fondamentale per la cultura sarda. E’ infatti l’unico film muto realizzato con intento verista, in cui il regista ha girato le immagini nelle piazze e nelle strade della Gallura, utilizzando come comparse la gente sarda.

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